Il presente saggio vuole affrontare il tema della ricostruzione postsismica con un'attenzione alla questione del paesaggio, termine che lega in maniera indissolubile la realtà fisica del territorio a quei valori immateriali (storici, culturali, produttivi, enogastronomici, ecc.) che costituiscono l'identità dei luoghi. In questo senso si intendono “paesaggi interrotti” i luoghi distrutti dal sisma, perchè sono state interrotte le storie che legano gli abitanti al luogo, è stato interrotto quel processo di narrazione continua e di attribuzione di senso e significati che avviene tra una collettività e il suo territorio. La ricerca parte dall'analisi delle recenti ricostruzioni post-sistmiche, che hanno oscillato tra le due idee opposte di new town, poco distanti dalle città distrutte e ricostruzione “dov'era, com'era”. Il saggio indaga la dimensione sociale e semiologica del paesaggio, riflettendo sul tema dell'identità sociale, sull'attaccamento al luogo da parte degli abitanti, anche con l'obiettivo di definire linee guida e strategie progettuali per la ricostruzione sostenibile dei paesi distrutti dal sisma e da altri eventi disastrosi. In particolare vengono definite azioni di governance, strategie resilienti a partire dal coinvolgimento delle comunità locali e buone pratiche per la ricostruzione secondo un approccio paesaggistico al progetto urbano.
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